sabato 29 marzo 2014

In Olanda

L’Olanda è sempre stata di casa in famiglia. La madre della bisnonna Rudolfine era olandese. E poi nei ricordi e nei racconti c’è sempre uno spazio per Tante Baukje. È stata lei la fotografa di mio padre bambino secondo il racconto di Evi. Aveva una grande auto, era una buona fotografa e mia madre ha sempre detto che era molto materna. Scrivo a mio padre:  “Dimmi di Annie Baukje. Quando sei stato da lei? Che cosa faceva? Devo ricordarmi di chiedere a mamma che cosa vi regalò per il matrimonio”.


Mio padre non si fa attendere. “Nella foto io sto con Zia Baukje e Anneke van Nispen, la sua amica che, con il marito che si chiamava credo Jan, condivideva la villa di Heemstede, dove fui ospite nel 1957, dopo che avevo passato qualche mese in Germania lavorando nella fabbrica Gebhard Balluff di meccanica di precisione, presso Stoccarda, dove avevo già fatto l'operaio nel '55. 

Renato Ferraro di Silvi e Castiglione, Anneke van Nispen e Annie Baukje

Mi ero laureato nel marzo di quell'anno. Jan era un ex ufficiale dell'Esercito olandese, ora lavorava in un ufficio governativo non so più di che. Anneke era stata la capa suprema delle girl-scouts olandesi. Jan era un uomo divertentissimo, con lui sono andato qualche volta a caccia. Stando là, trovai lavoro in una casa produttrice di bulbi, che impacchettavo. La ditta si chiamava Gebroeders van Zanten: eravamo tutti studenti (o ex, nel mio caso) che lavoravano lì per l'estate”.

“Baukje – aggiunge mio padre - si chiamava Baukje Haarmens. Baukje è un vezzeggiativo di Baudine (Baldovina). La Zia cui lei faceva da dama di compagnia si chiamava Annie Wueste. Baukje aveva un fratello maggiore, alla cui morte mi mandò i suoi vestiti che mi feci aggiustare da un ‘sartulillo’ napoletano”. Baukje dalla foto è alta e prosperosa. Ha mani grandi ed un sorriso schietto.

“E in questa immagine? Riesci a capire che cosa è scritto dietro? Era l'Olanda degli anni 30. Le tragedie della guerra dovevano essere ancora lontane”.

Annie Haarmens e Annie Baukje

“Nella foto ci sono a destra Baukje e Annie Wueste a sinistra, che era non so come imparentata con i Rupprecht. Sul retro della cartolina c'è scritto: "Pentislaem Bentveld (immagino sia la località da dove scrivevano), Estate 1931, Zia Annie - Baukje", e al posto dell'indirizzo: "Con tanti auguri per un felice anno nuovo 1932" (auguri alquanto prematuri se inviati nell'estate 1931!)”. Dal libro di Evi mi sembra di capire che la Zia Annie, cui Bukje faceva da dama di compagnia, fosse anche lei una Wueste”.


“Mi hai anche chiesto che regalo ci fece Zia Baukje al nostro matrimonio: una discreta somma in contanti (né Mamma né tanto meno io - figurati! - ci ricordiamo quanto, ma certo notevole) che lei disse che avrebbe voluto lasciarmi in eredità. Ma poi aveva pensato che ci potesse far piacere allora per impiantare la famiglia”. Insisto e chiedo a mia madre. Anche lei non ricorda la cifra precisa, ma mi dice: “Con il suo regalo comprammo una lavatrice e la cucina”. 


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