giovedì 23 dicembre 2010

Belzebù, Alina ed io

Mi trovo tra il Maestro e Margherita e quasi nemmeno me ne accorgo. Gli sms con Alina al solito tracciano la rotta. Le scrivo con una certa preoccupazione di fondo: “Mercoledì sono a Milano per incontro con grande inquisitore tuo caro amico. Sono un po’ allarmata. Che dici?” La risposta è beffarda: “What a terrible day you will have!!!” Replico subito: “Non scherzare. Ci ha anche invitati a colazione. In napoletano si dice ‘Quann'ò riavolo t'accarezza....vò ll'anema!’. E io non mi sento tanto bene. Provo a conservare un velo d’ironia. Giusto un velo”. Alina è olimpica: “Meravigliosa l’espressione napoletana! In ogni caso è molto simpatico...”. Ed io: “Come tutti i grandi inquisitori e i demoni di peso. Ma io seguo altri percorsi. Almeno dentro di me”.

Belzebù è il capo dei demoni, lo stratega, il malvagio. Dopo l’incontro a Milano scrivo ad Alina: “Autorevole, convincente, durissimo, intelligente, sincero, bugiardo, di parola, oscuro, affascinante, leader, forte, sicuro. Insomma è proprio Belzebù. Che dici?” E lei tranquilla: “Mi vedi vero che rido come una pazza?” Ribatto: ‘Magari ho un futuro come guitto. Mica facile far ridere. E poi giocando con il lato oscuro della forza è pure più difficile....perché ci vuole coraggio...” Una pausa di pochi minuti e la colpisco con un altro sms: “Ma dimmi che non pensi anche tu che lui corrisponde a quello scatto. Dico il tuo amico Belzebù. Eh?” Alina è laconica: “Per me è....Non lo so esprimere....” E io proseguo: “Guarda io sono di larghe vedute. Arrivo anche a capire che magari vuoi bene al tuo amico Belze”. E lei subito: “Diciamo che ho sempre pensato ‘è veramente una brava persona...’ che per Belze è un complimento mica male....”. Non resisto a questa provocazione: “Ecco tutto direi di lui tranne che è una brava persona, ossia l’uomo qualunque. Dai non raccontartela. Belze è Belze. Poi magari gli puoi anche voler bene. Ma non puoi negare la sua Belzetà. E smettila di ridere”. Alina non resiste: “Sono in una conference con degli sviluppatori che non si capacitano del perché oggi sia così ridanciana visto che di solito urlo...”.

Le riscrivo il giorno dopo. “Questa mattina prima persona incontrata Belze. Ora gli ho mandato una mail. Spero di non subire il lato oscuro della forza. Tu che dici?” Risponde subito:”Sono al convegno a cui ti avevo invitato, ma mi pare che tu sia stata rapita da Belzebù. Almeno ci scrivessi un bel post sul blog....”. Ribatto: “La tentazione è forte, ma il tempo poco. Teologicamente pone anche il problema dell’esistenza e della responsabilità di chi fa del male. Come dire, Belzebù non può non esistere, ma se è così toccherà che qualcuno si prenda la briga di esserlo. Insomma, qualcuno dovrà pure essere Belzebù, che si carica pure un bell’onere. Anche assodato questo, io preferirei evitare la consuetudine con il tuo amico”. Alla fine le dico: “Altra giornata di lavoro con Belze. È destino o una prova di quelle che spesso toccano a noi anacoreti? Tu capisci, vero?” Alina risponde:”Ma non è che alla fine ti fai conquistare da Belze!” Ed io: “Escluderei che noi anacoreti si possa fare una fine così misera”.

martedì 21 dicembre 2010

Alina. Sostenersi ad sms

“Come va?” Sparo l’sms ad Alina e lei risponde subito: “Abbastanza bene. Ma che mi vedi? Sto facendo vedere i tuoi post”. Ed io: “Dove scusa? E soprattutto qual è il tuo pubblico? Se hanno bisogno di un creativo femmina di mezz’età io sono qua”. Silenzio, Alina non risponde. E io insisto. So che lei non resiste ai miei sms. “Dai, sputa il rospo. Oggi ho scoperto con dolore che il blackberry ha cancellato tutti gli sms da metà settembre in poi. Sparite nostre splendide chiacchierate in cui ci sostenevamo a vicenda. Tu facevi anche credere di essere in linea con una blogger famosa. Per quanto un po’ fumosa”. Pochi minuti e vedo la sua risposta: “Un aspirante redattore....peccato per gli sms...un pezzo di storia”. Mi preoccupano sempre un po’ i nuovi arrivi nella ‘bottega’ di Alina. “Oh mamma. E questo dove l’avete recuperato? E io che speravo in un pool che avesse bisogno di una creativa. Tutto pronto per NY? Io fatto tutto per Gerusalemme” “Brava. Anch’io per New York...”. Ma voglio sapere di più: ”Chi è sto nuovo acquisto? Avete voglia di espandervi? Guarda che io non so in condizione de scrivere di più”. E lei: “No, espanderci mai...Curiosi di un master che ci ammirano e ti ammirano”. “Capito il genere. Tipo quelli che per qualunque cosa devono parlare con il Professore e poi mi chiedono consiglio sull’immagine da inserire in pagina, quando io magari devo chiudere un paio di crisi”. “Attenta...molto attenta...Sto mettendo a punto nuovi poteri”.


E questa è la manifestazione dei nuovi poteri. Insomma, sto lavorando per consolidare gli sms, trasformandoli da ‘parola parlata’ in ‘parola scritta’.


Gli sms sono un pezzo della nostra vita. Hanno infinite potenzialità. Puoi parlare di fatti privati in occasioni pubbliche e di cose di lavoro mentre segui la recita di tua figlia a scuola. Arrivano quando sei in riunione, al supermercato, in viaggio dall’altra parte del mondo, la domenica sera o alle cinque di mattina del lunedì, in bagno o dal medico. E puoi rispondere subito o no. Puoi scherzare con il collega dall’altra parte del tavolo mentre segui con aria seria una trattativa o chiedere chi è il nuovo arrivato alla riunione. Gianfranco mi scrive sempre: “Ho fatto un po’ di spesa (pane, latte e prosciutto)...”, perché detesta quando arriviamo tutti e due con il pane fresco dopo giorni in cui nessuno lo ha comprato. Mentre mia sorella mi chiede sempre: “Che fate nel week end?” Quelli con Alina sono sms di sostegno, lei dice: “La nostra nuova health therapy”. E hai detto niente....