domenica 24 gennaio 2010

Uno scellino per un marito?

Ormai mia padre ed io siamo impegnati in un ricco scambio di messaggi su vicende di famiglia. Io continuo: “C'è un'altra cosa che vorrei chiederti: dov'era il monastero dove la nonna promise avrebbe portato uno scellino se avesse trovato marito nell'anno? Sai niente di questo?”

Mio padre risponde: “Anche di questa storia del convento non sappiamo niente né mamma né io: mi pare un po' strano, perché la nonna, fino alla vigilia del matrimonio, era stata luterana. Si convertì al cattolicesimo solo perché allora non era consentito a un cattolico di sposare un'acattolica (mentre una donna cattolica poteva sposare un acattolico); e quel tipo di promesse mal si attaglia a una luterana. Comunque, ammesso che la cosa sia accaduta dopo la conversione, mi vengono in mente due grandi conventi veneratissimi in Austria: Heiligenkreuz, non lontano dalla tragicamente famosa Mayerling (e da Baden), dunque nel Wienerwald (il famoso "Bosco Viennese" del valzer di Strauss figlio G'schichten aus dem Wienerwald, in italiano: Storie dal Bosco Viennese), e la celebre abbazia benedettina di Melk, nella Wachau, di cui parla Umberto Eco nelle prime pagine de Il nome della rosa”.

La parola è ora a me. “Eppure io questa storia me la ricordo e non posso averla immaginata. Della presenza di Titi a Trieste non sono sicura, mentre sono sicura della promessa dello scellino. Era una cosa tra il serio e il faceto, ma non irriverente. E credo che la nonna abbia poi portato lo scellino al monastero. Penso fosse Heiligenkreuz, ma non abbiamo più nessun a cui chiedere conferma?”

Netta la risposta di mio padre: “Temo proprio di no”!

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