domenica 9 novembre 2008

L’impero è morto, viva l’impero. Quelli come noi, neri o bianchi ma non ancora grigi

“Ma capisci è uno di noi, ha la nostra età, deve aver visto qualcuno dei telefilm che ci piacevano da bambini e bevuto il latte col Nesquik o qualcosa del genere”. Mattina prima di uscire. Mentre mi lavo i denti in bagno Gianfranco parla tra sé e con me. Si emoziona sempre quando succedono certe cose. D’altra parte quando andammo a vedere “Bambi e il grande principe della foresta” era lui quello commosso davvero per la difficoltà di cresce del piccolo cerbiatto senza madre e con un padre parecchio assente. Insomma era molto più travolto della piccola, che gestiva con molto equilibrio la cosa. E certo Barack Obama è un buon motivo per sentir dentro l’emozione. Obama. La grande splendida nonna bianca che lo aiuta a crescere, arriva a votarlo e muore due giorni prima che diventi presidente. E l’altra nonna, che in Kenia catalizza i festeggiamenti nei suoi abiti tradizionali africani. Una madre giramondo e un padre che sparisce. La forza di sognare e di vincere.

L’impero e morto, viva l’impero. L’America ha tirato fuori dal cappello la capacità di stupire, di emozionare e di vincere. E come fai a non riconoscere che la forza trainante è lì. E poi l’Africa in festa per l’elezione di un presidente americano. Ma questo è il macro. Io nemmeno l’avevo seguita con troppa partecipazione la vicenda Obama. Ho sinceramente metabolizzato la ricchezza della diversità per stupirmene o per intusiasmarmene.

E però c’è un micro che mi tocca. Perché poi ci pensi e ti rendi conto che il presidente degli Stati Uniti d'America ha la tua età. E' uno di quelli come noi, neri o bianchi ma non ancora grigi. Quelli grigi sono molto molto capaci, svegli, tosti e pieni di fantasia. Non mollano, tengono la rotta e potrebbero continuare a guidare la baracca a tempo indefinito. E quelli come noi non sono più nemmeno tanto giovani. Insomma ora tocca a noi. Tireremo le somme tra 15 o 20 anni.

E poi ci sono i ragazzini. Ho visto che è uscito l'ultimo volume della saga di Eragon, storie di draghi e di ragazzi scritte da un americano giovane giovane. Devo comprarlo. Il primo, Eragon, è carino, anche da consigliare per un adolescente che ami il fantasy. Il secondo, Eldest, è pessimo, forse anche pericoloso, da non girare ai ragazzi, perché il protagonista a un certo punto si invasa, si basta nel corpo e nella mente e si tramuta in elfo. Nulla contro la mutazione, ovviamente, ma questo bastarsi parossistico, questo avere comunque tutte le risposte, beh insomma lo lascerei ai professionisti della trascendenza. Ma cosa ci può essere di meglio di un Dio in cui credere. Poi se proprio uno non ci riesce pazienza. Però l’assenza del dubbio e avere tutte le risposte non mi pare sia salutare. Devo leggere il terzo, Brisingr, e vedere che ha combinato il prode Christopher Paolini e la sua eletta schiera di professionisti della scrittura per adolescenti. Mi sa che intrapresa una strada difficilmente si torna indietro. Pronta a essere smentita e anche contenta di esserlo.

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