mercoledì 11 giugno 2008

“Campagne” ed ecomostri del nord. I racconti d’Africa continuano a scaldarmi il cuore

“Pronte a partire per questa piccola “campagna”? Da quanto non facciamo un giro insieme”. Norma mette in moto la sua vettura e si parte. Da Bruxelles andiamo verso nord, a vedere il mare. Destinazione Knokke. Non ce lo siamo detto ma è evidente che ci aspettiamo una cittadina di mare con vecchie case di famiglia e poi, poco lontano, dune selvagge e un mare cupo ma fascinoso. E’ tanto che non riusciamo a ritagliarci il tempo per una piccola “campagna”, che nel lessico dell’amicizia con Norma è qualcosa che ha in se il movimento e l’avventura. Una “campagna” può durare mesi o una mezza giornata, può essere dietro l’angolo oppure richiedere decine di ore di aereo. Abbiamo fatto “campagne” leggendarie, come quelle in Mozambico o in Namibia. Anche giri di una mezza giornata possono comunque darci il gusto di andare.

Inizio giugno in Belgio e un tempo da lupi. Piove e saremo a 12 gradi. La strada va e noi chiacchieriamo del più e del meno. Passano Gand e Bruges e ci avviciniamo al mare. Knokke è il peggiore degli incubi. Un ecomostro in forma di paese. Le file di belle vecchie case sono separate dal mare da enormi alveari di cemento che cancellano l’orizzonte. Il mare non si vede e forse in realtà non c’è. Bisogna immaginarlo. Eleganti boutique e negozi più a buon mercato si susseguono senza sosta. Ma non c’è l’ombra di una duna, di un filo d’era e di uno spazio aperto. Tutto annientato dal cemento. Fuggiamo verso spazi amici. Ci rifuggiamo per riprenderci tra le dolci strade di Bruges. Cioccolato artigianale e qualcosa di buono da bere ci ritemprano da questa piccola “campagna” nel girone dell’orrido.

Perché diciamocelo gli ecomostri sono ecomostri ovunque. Al sud come al nord. A casa come in altri Paesi. E comunque gli ecomostri degli altri non hanno veramente nulla da invidiare ai nostri.

Una “campagna” riparata dalla bellezza di Bruges e di Gand. Quasi una gita fuoriporta salvata in extremis. Mi tornano alla mente i bei viaggi in Africa con Norma. Le strade rosse che non finivano mai, abitate da auto con bianchi e camminate da neri di giorno e di notte. Le estati australi con il sole luminoso e l’aria fresca. La gente. Poi passi un confine e quello che è determinante da una parte, come il colore della tua pelle, diventa quasi irrilevante perché conta un’altra cosa, come per esempio chi è il tuo Dio.

Leggo sul Corriere della Sera che il Botswana è uno dei 13 Paesi in pieno miracolo economico. E penso alla cara Precious Ramotswe, signora di costituzione tradizionale, detective titolare della No. 1 Ladies' Detective Agency di Gaborone. E’ quasi un’amica la protagonista della serie di libri di Alexander Mc Call Smith, professore universitario scozzese che continua ad essere un africano vero. Le storie di Precious, della sua casa di Zebra Drive e del suo mondo, continuano scaldarmi il cuore.

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