giovedì 13 marzo 2008

Gente di Sardegna

"Devi assolutamente leggerlo, è l'ultimo libro di Giorgio Todde, lui è il migliore". Marisa è la segretaria di direzione un noto manager. E' una signora borghese ed elegante. Gioielli, profumo e un velo di cipria completano il quadro. Ed è sarda. Sapeva che mi era molto piaciuto Salvatore Niffoi, ma secondo lei Todde è un'altra cosa. E allora mi ha regalato avvolto in un impeccabile pacchetto 'L'estremo delle cose', il suo ultimo romanzo. Comincio a leggere e l'impatto è forte. Per cominciare il protagonista, Efisio Marini, è un medico imbalsamatore cui nelle prime pagine viene chiesto di prestare la sua opera su di una bambina di quattro anni. Insomma è un noir tosto, profondo, impegnativo anche perché tocca corde primigenie di emozione. "Marisa ma è è un noir". E lei tranquilla "E' bellissimo vero, pensa che Efisio Marini è veramente esistito", che diciamo non aiuta nel rendere la cosa più accettabile. Avevamo già parlato di storie di Sardegna. Marisa mi aveva detto "Sai una storia bellissima. Lei resta vedova, le ammazzano il marito. Allora lo lava bene bene come si fa con il maiale ucciso. Poi solo dopo aver fatto tutto comincia la vendetta". Ovviamente ho sorvolato sul "tutto" da fare tra il momento in cui ti ammazzano il marito e quello in cui si può partire con la vendetta. Certo Uma Thurman di Kill Bill ha parecchio da imparare.
Eppure io non sono Biancaneve. Chi come me è nato negli anni '60 ha fatto cose inaccettabili ora. Così da bambina ricordo che a Carnevale si mangiava un budino di cioccolato, il sanguinaccio, fatto con il sangue vero. Oppure ho visto uccidere polli e piccioni con un semplice coltello. Insomma diciamo che sono pronta a considerare normali cose che i bambini di oggi di città non vedono. Eppure la forza ancestrale della gente di Sardegna mi sorprende.
Ora sto leggendo 'Ali di babbo' di Milena Agus e il sabato faccio la spesa al mercato anche da un ambulante senza banco fisso - come dire senza fissa dimora - che porta in giro caci, salsicce, verdicchi e ogni genere di mer a viglia di Sardegna. Non ha il banco fisso ma ha i biglietti da visita in sardo, dove tra l'altro si legge "Tastaiddu a custu binu cun amori e devozioni: e' de is mellus saborius de sa nostra collezioni totus nobilis po nominie po gustu e gradazioni!"
E' l'effervescenza antropologica della gente di Sardegna. Sotto una patina di normalità è nascosta una vena ancor ben visibile di pulsioni ancestrali. Non manca una traccia di magia e di forza primordiale. Insomma sono strani e diversi nel senso migliore del termine. Da difendere, vista l'omologazione imperante.

2 commenti:

Massy Biagio ha detto...

Chissà dove ti hanno scovata. Comunque un blog di una pagina è a dir poco misero. Ti esorto continuare.

gfpz7777 ha detto...

Ciao baby! Niente male come ragazza madre...Che fai stasera? A patto che tu sappia dove parcheggiare il pargolo...